Dormitorio.

Park Jaehyun & Park Geun Wan.

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  1. MeetCann.
     
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    DRIIIIIN. L'urlo della sveglia si fece strada nel silenzio dell'appartamento. Quella giornata si prospettava più faticosa del solito. Finalmente il giorno era arrivato. O forse avrei dovuto dire 'purtroppo'? Dopo due anni dal nostro debutto, avevamo deciso, o meglio il nostro manager aveva deciso, di prendere un dormitorio per cinque, così, tanto per farci vivere tutti insieme, dato che anche lui non sopportava il rapporto che si era creato tra di noi.
    "Così parlate un po'. Magari scoprite di avere tanto in comune."
    Seriamente? Dopo due anni? Se avessimo voluto parlare un po', lo avremmo fatto dopo due giorni, non dopo due anni dal debutto. Ma chi sono io per oppormi al volere del signor manager? In fondo pure io ero stanco di quella situazione. Non capivo perché proprio non riuscivamo ad andare d'accordo noi cinque. Non eravamo tanto diversi. Ovviamente c'era chi aveva più talento, come il sottoscritto, e chi meno, ma comunque il livello era quello.
    Sollevai le braccia e mi stiracchiai, emettendo un piccolo sbadiglio, mentre gli occhi pian piano iniziavano a vederci lucido. Erano le cinque di mattina e già ero in piedi. Alle sei sarebbe passato l'autista per portarmi in quella nuova casa. Un sospiro mi sfuggì dalle labbra, ma non potevo evitarlo. Non avevo per niente voglia di vedere il muso di quel tipo, Geun Wan. Per non parlare di SeungJun. Quei due mi davano sui nervi, si credevano chissà chi, sempre per conto loro, cercavano di fare i misteriosi, indifferenti su tutto ma non si accorgevano di essere più infantili del maknae, ovvero del sottoscritto stesso.
    Mi buttai sotto la doccia e mi sistemai velocemente. Di prima mattina era rilassante, almeno avrei potuto scacciare quei pensieri per un po', così sarei stato più felice. Una volta fuori, indossai una canotta nera e dei jeans aderenti scuri con una felpa blu sopra, per non parlare delle solite teainers bianche e gli occhiali senza lenti marroni. Fortunatamente il tempo fuori sembrava più che bello, il sole stava già sorgendo e sentivo anche gli uccelli cantare, segno che la primavera si avvicinava.
    Dai, quel giorno ero di buon umore. Magari non sarebbe andato tutto male, come al solito.
    Finalmente sentii il citofono suonare. "Jaehyun, l'auto è arrivata."
    Afferrai il mio bagaglio e mi diressi verso la porta. Ovviamente un bagaglio non bastava per contenere tutti i miei indumenti e oggetti personali, ma per il primo giorno bastava così. Potevo sempre tornare indietro a prenderne altri in ogni momento, quindi non mi preoccupai più di tanto.
    Uscii di casa con le chiavi e il cellulare in mano e salii sul furgoncino del manager, posando il tutto al mio fianco. Ero il primo che era passato a prendere, il prossimo sarebbe stato sicuramente Geun Wan, il più vicino. Almeno quello lo sapevo.
    E la cosa mi turbava parecchio, perché saremmo stati soli per un paio di minuti. Anche se pochi, saremmo sempre stati soli, io e lui, in uno spazio così ristretto. Forse avrei dovuto fingere di dormire. Oppure provare a farlo ragionare un po'? Per quanto lo conoscevo io, probabilmente non avrebbe ragionato mai, quindi tanto valeva fare come sempre e ignorarlo.








    Edited by MeetCann. - 4/3/2013, 21:07
     
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    La mani gelide stringevano con forza attorno al pallido collo, quelle stesse unghie si conficcavano nella pelle graffiandolo. Una sensazione di totale impotenza risaliva in quel corpo inerme e immobile, che non riusciva a far altro se non rimanere completamente rigido. Gli occhi spalancati puntati in quello dell'altro, da quelli scendevano lente lacrime di disperazione; tanto che guardandole la vittima si sentiva lei stessa il carnefice di un infausto delitto, nonostante in quel momento era la sua stessa vita ad essere messa in pericolo. Ed ecco che lì arrivava, arrivava la consapevolezza di cosa avesse fatto; di quanto male, nonostante non avesse voluto, aveva causato. Dunque si, quelle mani avevano ragione di stringersi attorno a quel collo, dovevano impiegare ancora più forza finchè non sarebbe passata più aria in modo da....

    La suoneria si intromise in quel sogno ormai così abitudinale; rotolai sulla schiena mettendomi in mezzo al letto che in quel momento sembrava un campo da battaglia. Passai una mano sulla fronte sudata, tirandomi all'indietro i capelli cercando di tornare alla realtà. Feci tutto senza prestare molta attenzione al cellulare, che infatti poco dopo smise di suonare. Rimasi ad osservare il soffitto nella semi-oscurità della stanza, poca luce del primo mattino filtravano dalle assi delle persiane chiuse. Non passò molto prima che quella suoneria assordante ricominciò a suonare. Allungai faticosamente un braccio sul comodino vicino, prendendo il telefono.
    Ramanzina numero uno della giornata, non che me ne importesse poi molto; come minimo una decina ne collezionavo al giorno.
    La voce fastidiosa del mio manager mi assordava gridandomi di "portare fuori il mio culo dal quella topaia che avevo il coraggio di chiamare casa", testuali parole. Già, me ne ero scordato. Quella mattina era il giorno tanto atteso del trasferimento. Avrei dovuto dividere la casa con quattro ragazzi che appena conoscevo nonostante facessimo parte della stessa band da due anni. "Geun Wan, tu sei il leader! Devi tenere stretto il gruppo" Cosa ne sa il mio manager, se non fosse stato per me adesso non avrebbe ancora le sue galline dalle uova d'oro. Infondo solo per questo che la nostra casa discografica non ci ha ancora lasciato a piedi nonostante tutte le grane che gli procuriamo, perchè oltre a quelle portiamo a casa tanti bei quattrini con tanti e bellissimi zeri.
    Chiusi letteralmente in faccia il telefono al mio manager che continuava con una fiumana di parole senza senso, non che io stessi ascoltando. Andai a farmi una doccia veloce e misi dei vestiti in una sacca. Non mi serviva molto, anche perchè non avevo intenzione di continuare quella falsa. Quella sera stessa me ne sarei tornato nella mia topaia. Con calma scesi per strada, avvicinandomi al furgoncino che usavamo sempre per spostarci nelle varie location.

    -Ti sembra un comportamento corretto questo? Hai visto che ore sono? Non si mette giù il telefono in quel modo! Sono il tuo manager, e sono più anziano di te! Dove è il rispetto?! Geun Wan tu sei il leader, devi dare l'esempio!-

    Il mio manager continuava la ramanzina senza capire che le sue parole mi rimbalzavano sul corpo senza la minima possibilità di farmi sentire in colpa o di farmi cambiare idea. Lo liquidai con un semplice gesto della mano, aprendo poi lo sportello scorrevole per entrarvi all'interno.
    Se quella giornata era iniziata male, stava per peggiorare. Fra tutti i componenti della mia band, quello che odiavo di più era Jaehyun. La sua voce stridula e la sua arroganza senza credenze bastavano per mandarmi sui nervi in pochi secondi. Vedermelo lì seduto in mezzo il furgoncino, mentre il manager ovviamente continuava la sua tiretera, metteva a dura prova la mia pazienza. Lo fulminai per qualche istante con gli occhi per poi tornare ad ignorarlo come cercavo di fare sempre. Montai sul furgoncino, sedendomi il più lontano da lui.







     
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    Il simpaticone era arrivato, si. Appena salito, che faceva? Si sedeva dall'altro lato del furgoncino giusto per starmi lontano. Forse non capiva che stavamo andando a vivere insieme, quindi doveva cominciare almeno a fingere di stare bene in nostra compagnia. Ma che potevo pretendere quando pure io non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia da quanto mi infastidiva la sua espressione. Però almeno non lo davo a vedere ai fans. Lui nemmeno quello faceva, eppure quel suo comportamento affascinava i fans che gli sbavavano dietro. Come era possibile? Cioè, io ero quello da amare, almeno ero un bravo ragazzo, bello e con talento. Non un irritante e stonato sbruffone che l'unica cosa che faceva era "parlare velocemente", ciò che si dice per il fare del rap.
    Ma in ogni caso tenevo quei pensieri per me, già la situazione era pessima e non volevo peggiorarla. Accavallai le gambe e poggiai la schiena allo schienale, incrociando le braccia al petto mentre con la coda degli occhi lo osservavo nei suoi movimenti. Era lì, immobile, con quell'espressione detestabile sul volto. Ah, non riuscivo a trattenermi.
    "Potresti almeno provarci." Mi lasciai scappare, alzando gli occhi al cielo, sentendo l'auto rallentare, segno che eravamo giunti alla prossima fermata, dove vi era Sang Il, probabilmente. "O almeno davanti ai fan." Aggiunsi poi, voltandomi verso la portiera e mostrando subito un sorriso alla vista dell'altro compagno di band, salutandolo con un gesto della mano e Sang Il ricambiò, sorridendo a sua volta.
    Almeno lui era un bravo ragazzo, simpatico quanto bastava per scambiare due chiacchiere, anche se dovevo ammettere che più di tanto nemmeno con lui parlavo.
    Dopo qualche altra fermata, giungemmo finalmente al dormitorio. Con il bagaglio tra le mani, mi avviai verso l'appartamento, era piuttosto grande. Due piani. Al piano terra vi era la cucina con un salone piuttosto grande e un bagno con vasca. Al secondo piano vi erano due camere da letto, una da tre e una da due letti, un bagno e una sala prove, con microfoni e sala registrazioni, ovviamente di dimensioni ridotte, però si poteva comunque provare, il ché era comodo, se ogni tanto non avevamo voglia di andare fino alla palestra e all'edificio della nostra casa discografica.
    "Woooah!" Gettai a terra il bagaglio e mi stiracchiai, facendo qualche passo qua e là, senza riuscire a smettere di sorridere. "E' perfetta!"






     
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    Feci sprofondare la schiena lungo il sedile cercando di trovare una posizione comoda in modo che potessi riprendere a dormire, anche se ero consapevole che non ci sarei riuscito. Già c'erano pochissime probabilità che riprendessi sonno, in più sentire lo sguardo fastidioso di quel irritante ragazzo che premeva contro la mia figura rendeva del tutto impossibile chiudere gli occhi. Cercai in un primo momento di non farci caso, di fare finta di nulla... dando l'impressione di non accorgermi minimamente della sua presenza. Lo detestavo a tal punto che mi era estremamente difficile anche stare nella stessa nazione, figuriamoci viverci assieme nella stessa casa. Era una cosa improponibile, anche per la stessa incolumità di Jaehyun.
    "Potresti almeno provarci". Mi voltai lentamente verso di lui, fissandolo scettico. Adesso cosa voleva? Pensava forse che andando a vivere nella stessa casa tutto ad un tratto saremo diventati amiconi.

    - Scusa? -

    Si formò uno strano sorriso sul mio volto a causa di quella assurda situazione, più che surreale. "O almeno davanti ai fans." Ma per favore. Io di sicuro non ero come tutti loro, non mi sarei messo sul palco a fingere sfoggiando un bellissimo finto sorriso; per questo c'era già quel ragazzo che per quanto prendere per il culo tutti era il numero uno. Rimasi a fissarlo per qualche istante, avvicinandomi poi a lui tanto da appoggiare un braccio sullo schienale dietro la sua nuca. Mi voltavi verso di lui a tre quarti e aspettai che mi guardasse prima di parlare.

    - Cos'è? Mi stai dicendo che vuoi esaudire i desideri delle fans che amano il nostro pairing, così da avere il pretesto di saltarmi addosso ogni qual volta saliamo sul palco? -

    Come potevano pensare minimamente delle fan che mi potesse piacere quel tipo, bah mi faceva ribrezzo rimanergli accanto anche per pochi secondi.
    La macchina si fermò, e io mi spostai di nuovo sul mio sedile prima che salì Sang Il, un altro nostro compagno di band. Con lui non aveva un ottimo rapporto, ma per lo meno non ci odiavamo a vicenda.
    Dopo non so quanto tempo finalmente arrivammo alla casa, non che io vedessi l'ora di arrivarci, ma non ne potevo più di rimanere chiuso lì dentro. Recuperai la mia sacca e mi avviai con gli altri nell'apartamento. D'accordo dovevo ammettere che non era per niente male, c'era tutto quello che un cantante potesse desiderare... soltanto se non dovessi condividerla con altri 4 ragazzi. Lasciai cadere la sacca vicino al divano, su cui invece lasciai cadere il mio corpo. Non avevo tutto questo entusiasmo come mostravano gli altri. Me ne sarei stato lì mentre gli altri ragazzi si sarebbero scannati per le stanze migliori. Per me qualunque stanza sarebbe andata bene, anche perchè non l'avrei utilizzata molto.







     
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    Quel tipo era tutto strano. Come poteva pensare che io volessi saltargli addosso? Tra tutti era proprio l'ultimo che avrei voluto vedere, figurarsi anche solo abbracciarlo. Il solo pensiero mi faceva venire i brividi.
    Fortunatamente ormai eravamo arrivati nell'appartamento, che quasi assomigliava ad una piccola villa. Il pavimento era chiaro, così come i muri e i mobili, non davano fastidio, anzi, mettevano un senso di pulito e di freschezza, al contrario della mia vecchia casa che aveva mobili mezzi rotti e scuri e rovinati. Non che non avessi soldi per permettermene di nuovi, solo che non avevo mai tempo per andare in giro a fare questo tipo di shopping. Lo shopping che piaceva a me, era solo quello degli indumenti, si.
    Una volta "esplorato" l'intero edificio, mi diressi nuovamente giù per le scale e nel giardino che vi era nel retro. Wow, non solo vi erano piante e fiori di ogni tipo che segnavano l'inizio della primavera, ma anche una vasca idromassaggio, di quelle non troppo grandi e costose, ma comunque di lusso ed era per quattro persone. Perfetto, no? Tanto quel mezzo morto di GW non avrebbe partecipato a nessuna "attività" con noialtri, quindi.
    Ok, ora che era finito quel breve momento di contemplazione, la cosa più importante era scegliere la stanza. Non mi interessava stare in quella da due o in quella da tre, l'importante era non finire da solo con SeungJun o GeunWan, o non sarei sopravvissuto per due notti di fila. O meglio, probabilmente non avrei fatto sopravvivere loro, si.
    Ci raggruppammo nel salone e mi lasciai sedere a terra, incrociando le gambe e poggiando la schiena contro il divano che avevo dietro, dove vi era sdraiato quel nulla facente, che tra l'altro era anche il nostro leader. Che diavolo stava facendo il nostro CEO quando lo ha nominato tale?
    Siccome vi era una strana atmosfera tra tutti e cinque, non mi sembrava giusto dire di non voler stare in stanza con qualcuno, tanto ci sarei stato solo per dormire, quindi. Inoltre, per scegliere le stanze, dovevamo usare un metodo piuttosto equo, no? Quindi saltò fuori la proposta di fare "Sasso carta forbice" e quelli con lo stesso segno sarebbero finiti nella stessa stanza, o qualcosa di simile. E, a quanto pare, accettammo tutti quanti questo metodo, anche lo zombie che nemmeno si degnava di alzarsi dal divano. Non pretendevo venisse lì e facesse l'ipocrita, sorridendo per finta e scherzando, per poi fare una smorfia una volta che gli avrei dato le spalle, no. Ma almeno cercare di scambiare due parole, non per forza dolci o divertenti, ma un semplice "va bene" al posto di una di quelle frasi con le quali se ne usciva, credendo di essere tanto figo, quando invece dava solo sui nervi.
    "Sasso carta forbiii~ce." E giù le mani, in mezzo. Contai due forbici, tra cui la mia, e tre sassi. Non volevo alzare lo sguardo per sapere con chi dovevo stare in stanza. Speravo tanto che quella mano appartenesse a Ghun o a Sang Il.






     
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    Allora si decidevano a scegliere queste stanze? Prima che tutti si riunirono in salotto ne passò di tempo, erano troppo impegnati a guardarsi in giro a perdere tempo in meraviglia inutile.
    Iniziò un piccola discussione tra Ghun e Sang Il su quale stanza fosse meglio e quale no. Buttai all'indietro la testa sullo schienale del divano, sbuffando leggermente. Possibile che quei ragazzi, tutti quanti, fossero così infantile. In fondo in quella casa non ci avremo passato molto tempo, per i prossimi mesi avevamo un sacco di impegni tra vari programmi e showcase. Alla fine decidemmo, anzi decisero di lasciare tutto al caso. Altro gioco infantile: carta, forbici e sasso. Rimanendo seduto sul divano mi sporsi verso di loro, allungando la mano. Non partecipai il coro, mi limitai a chiudere il palmo e tenere tesi il dito medio e l'indice. Alzai lo sguardo sulle mani, beh i conti erano fatti. Due forbici e tre sasso, per lo meno avevo ottenuto la stanza doppia, avrei avuto meno scocciature. E sopratutto c'eran meno possibilità di capitare in stanza con quel moccioso.
    Realizzai solo poco dopo a cui apparteneva quella mano, santo Dio! Lo guardai lasciando trapelare per qualche secondo il mio momentaneo sconforto. Avrei dovuto sopportarlo più del dovuto. Mi alzai dal divano ripresi la mia sacca, dando segno che non mi importava con chi fossi capitato.

    - Beh, io me ne vado in camera.-

    Infondo Jaehyung non avrebbe passato tutto il suo tempo in camera, o comunque avrei fatto in modo ce non fosse così. Ci avrebbe passato la notte, ma io a quell'ora non ci sarei stato. Dunque si poteva installare una minima convivenza.
    Entrai nella stanza; infondo contro la parete vi era un letto a castello, a lato apposto due scrivanie con una libreria e qualche mensola qua e là. Vi era anche un grosso armadio a 4 ante specchiate. Lancia la sacca sul letto più basso, sdraiandomici sopra poi.







     
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    A quanto pare lassù non ci stava nessuno, perché se ci fosse stato, avrebbe fatto in modo che io e GeunWan stessimo in stanze differenti. E invece no, eravamo noi due, soli, nella stanza da due.
    Mi trattenni dal lasciarmi sfuggire un lungo e rumoroso sospiro, in fondo avevamo deciso con un metodo casuale ed equo, quindi non potevo e non dovevo lamentarmi. Lo seguii con lo sguardo mentre si allontanava e abbassai subito dopo gli occhi, non sapendo che fare. Dormire con lui? Fortunatamente il letto era a castello, come avevo notato prima, e non uno a fianco dell'altro, o avrei fatto apposta a buttarlo giù e rubargli le coperte. In fondo mi divertiva prenderlo un po' in giro.
    Frugai nella tasca e tirai fuori il cellulare, accendendolo subito e facendo partire il video, dato che ero solito "aggiornare" i miei fans ogni giorno con il mio diario online. Cominciai a girare il video e iniziai a riprendermi, con dietro gli altri quattro, che salutarono con la mano, sorridendo. Anche SeungJun si sforzò di fare un piccolo sorriso. Una volta fatto un veloce piano della casa e dopo qualche espressione da aegyeo, salutai nuovamente e spensi il tutto.
    "Vado a sistemare la camera." Mormorai, fregandomene del fatto che ci fosse quel tipo in stanza. La camera era anche mia e solo perché vi era dentro lui, non voleva dire che io dovevo starne fuori. Così mi ci avviai con il bagaglio tra le mani e, una volta raggiunta la stanza in fondo al corridoio, posai la valigia vicino alla soglia della porta, osservandolo stravaccato sul letto di sotto.
    Quindi io dovevo stare sopra? Con la mia paura delle vertigine? Speravo stesse scherzando.
    per attirare la sua attenzione, mi schiarii la voce, con lo sguardo ancora fisso su di lui.
    "...Io non ci sto là sopra." Gli dissi, senza provarci con le buone, sapendo che non averebbe funzionato. "Lo sai che non mi piace." Aggiunsi, incrociando le braccia al petto. Ok che non era altissimo, ma era comunque difficile per me stare in posti alti, figurarsi dormirci.






     
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    Avevo chiuso gli occhi, cercando di rilassarmi e di non pensare a cosa mi avrebbe aspettato nei prossimi mesi. Mi auto consolavo dicendomi che era solo una situazione temporanea, e che presto me ne sarei tornato tranquillamente nella mia topaia.
    Odiavo condividere gli spazi intimi con gli altri. Avevo bisogno dei miei momenti per pensare, scrivere e comporre. Ma forse loro non lo capivano.
    Ero quasi riuscito a trovare una pace momentanea quando quella voce irritante del mio nuovo compagno di stanza si intromise nella mia testa.

    - Sopra? -

    Non capii immediatamente cosa intendesse, anche perchè ritrovarmelo lì in quella stanza che sarebbe stata la nostra, facevo ancora fatica a pensarlo, camera non faceva che peggiorare l'umore di quella giornata nera.
    Per tutta risposta mi girai su un fianco dandogli le spalle. Allungai meglio le gambe sul materasso rilassando il corpo.

    - Io non mi muovo da qui. -

    Aggiunsi poi solamente, utilizzando un tono del voce basso e conciso. Non stavo scherzando, ormai quel letto era diventato di mia proprietà, e di sicuro non lo avrei ceduto a lui.







     
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    Non si sarebbe spostato? Seriamente? Ok, un po' me lo aspettavo ma la cosa mi aveva infastidito parecchio.
    "Ok, senti.. " Presi fiato, passandomi nervosamente una mano tra i capelli e mi avvicinai di qualche passo.
    "Tu non piaci a me e io non piaccio a te. Ma se hai intenzione di trattarmi così per il resto della tua vita, sappi che sono disposto a non scollarmi da te solo per infastidirti." ...che? Non aveva molto senso, ma che altro dire? Fisicamente e mentalmente, molto probabilmente, era più forte di me, quindi non avrei vinto nessuna "battaglia", fisica o psicologica che fosse.
    "Quindi se non ti sposti.. beh." Mi lasciai cadere sul suo stesso letto, appoggiando schiena e nuca al muro, mentre incrociavo le gambe sulle lenzuola. "..non mi sposto nemmeno io." Borbottai, lanciandogli un breve sguardo per poi tirare nuovamente fuori il cellulare e scorrendo le immagini che avevo solo per poter distogliere lo sguardo da lui e fingere di essermi già occupato con qualcosa, così da non poterlo ascoltare. Non era stata un'idea geniale, magari, però speravo funzionasse. Non poteva certo buttarmi giù a calci, no? Se lo avesse fatto, non sarebbe sopravvissuto un secondo di più, posso giurarlo.
    Oppure avrei potuto semplicemente dirlo al manager e anche denunciarlo, ma non era il caso. Non ero forte, ma nemmeno un deboluccio.






     
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    Cosa diamine stava facendo? Non era quello che pensavo, vero? Spalancai gli occhi, fissando inconsciamente il muro bianco, mentre sentivo il materasso scuotersi lievemente mentre l'altro vi ci si sistemava sopra. Mi misi in pancia in sù, sostenendomi poi suoi gomiti alzai il busto leggermente, così in modo da riuscire a vederlo meglio.

    - Si può sapere che cosa vuoi da me? -

    Lo guardai sbalordito. Dovevo ammettere non pensavo osasse arrivare a tanto. Si sarebbe messo a seguirmi come un cagnolino in calore solo per darmi fastidio, davvero un genio. Sarebbe morto dopo cinque minuti, come minimo.

    - Se fai così finirò per credere veramente a ciò che ho detto prima in auto. Ma visto che non c'è una minima possibilità che ciò accada, scendi immediatamente da questo letto. -

    Sbuffai veramente irritato, mentre osservavo il ragazzo incurante delle mie parole che guardava il cellulare. Non mi prestava minimamente attenzione, una delle cose che odiavo di più. Mi allungai verso di lui e gli strappai letteralmente il cellulare dalle mani.

    - Ho detto di toglierti dalla palle. Scendi da questo letto, ora. -

    -







     
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    "Ehi!! Ridammi il cellulare!" Esclamai, allungando un braccio per riafferrarlo, ovviamente invano. Seriamente, ricorreva anche lui a qualcosa di così infantile? Da me era più che aspettabile. Ma dal "figo" e "indifferente" Geun Wan, proprio no. Improvvisamente mi venne un'idea e gli sorrisi, quasi ipocritamente.
    "Ma è possibile che pensi sempre a quello?" Gli chiesi. Era vero, perché pensava sempre al nostro pairing così famoso tra le fans? Non è che magari era lui a sperare accadesse qualcosa? No, ok, ovviamente non era così. Però.. però potevo sempre provocarlo, giusto? Giusto.
    Inarcai un sopracciglio, squadrandolo per qualche secondo e mettendomi a gattoni, con il viso sempre rivolto verso di lui. Non mi ridava il cellulare? Mi provocava? Bene, avrei fatto lo stesso.
    Allungai una mano, come per prendere il cellulare ma la feci scivolare sul suo naso, dandogli un leggero buffetto. "Secondo me ti piacerebbe pure, mh?" Mormorai con un sorriso ironicamente malizioso o sperando che fosse quella l'idea che gli avevo dato, e poi mi ripresi il cellulare, senza nemmeno osservare la sua reazione, per nulla curioso di ciò che avrebbe fatto, dato che io, ripeto IO, non mi sarei mai sognato che potesse esserci qualcosa tra di noi. Non solo era anche lui un maschio, era pure stronzo, antipatico e con una faccia da culo, ecco. E non capivo come poteva piacere alle ragazze e agli altri ragazzi.
    "Ora giù dal mio letto."






     
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    Eh no, ora aveva davvero esagerato. Aveva pensato anche bene di poter prendersi gioco di me. Secondo lui ne ne sarei stato buono senza dire nulla? Bastava conoscermi poco per sapere che non gliela avrei lasciata passare.
    Allungai una mano verso di lui, lo afferrai per un polso strattonandolo. Lo obbligai a sdraiarsi sul letto, bloccandolo con il peso del mio stesso corpo, ormai al si sopra del suo. Gli tenevo strati i polsi, ben saldato al materasso in modo che non si potesse muovere. Mi abbassai su di lu, mantenendo uno sguardo agghiancciante.

    - Provaci un'altra volta e sei morto. -

    Mormorai in un filo di voce più tagliente che un rasoio. Lo fissai ancora per un istante prima di lasciarlo andare e alzarmi da quel letto, allontanandomi finalmente da lui.
    Mi avvicinai alla sacca tirando fuori un costume e il paio di cuffie per la musica marchiate beat.

    - vado a farmi in bagno in piscina, quando toro voglio vedere il tuo culo fuori dal mio letto.-

    Dicendo così me ne andai uscendo dalla stanza.







     
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    Mi ritrovai bloccato contro il letto, tra le sue braccia e il suo corpo, i polsi bloccati. Cercai di spintonarlo via, quel contatto proprio non mi piaceva e non doveva permettersi di farlo più, ma non ci fu bisogno di farlo spostare, dato che si alzò da solo, di sua volontà.
    Mentre si allontanava con le cuffie e il costume, mi raddrizzai subito, quasi scioccato, e mi sistemai gli abiti.
    "Non farlo più, idiota!" esclamai, fulminandolo con lo sguardo, anche se nemmeno mi stava guardando. Mi aveva fatto saltare i nervi in quel modo, lo stavo davvero odiando in quel momento, ma proprio tanto. Non mi piaceva il contatto fisico, in generale. Ed era un conto se era una cosa come quella che avevo fatto io, e un altro per quello che aveva fatto lui.
    "vedremo se torni." mormorai poi, tra me e me a bassa voce, rigettandomi sul letto senza la minima intenzione di dargliela vinta. Forse... Forse potevo chiuderlo fuori dalla stanza, no? una volta che fu fuori, chiusi a chiave la porta della stanza e, con un sorriso soddisfatto, mi buttai sul letto e cercai di rilassarmi. Un'altra volta che si fosse comportato così, e gli avrei dato direttamente uno schiaffo. Non poteva capire, quell'idiota.
    Chiusi gli occhi e provai ad addormentarmi, in fondo era ancora presto, eravamo lì da venti minuti o poco più ed erano solo le sette e mezzo di mattina, quindi fino alle nove, per quell'occasione, potevo dormire. Nemmeno se mi avesse minacciato di buttare giu la porta, gli avrei aperto.







     
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    PARK GEUN WAN - GW
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    Lo sentii parlottare tra sè ma non ci diedi attenzione. Preso quello che dovevo prendere uscii dalla stanza in tutta tranquillità. Entrai nella porta appena accanto che era uno dei due bagni e mi cambiai velocemente, portandomi poi dietro anche un asciugamano.
    Mi avviai verso il giardino, dove si trovava la piscina. Non era molto grande ma andava più che bene. Notai poco più distante anche una vasca idromassaggio che non era per niente male, ma avevo bisogno di muovermi e l'acqua fresca della piscina era un ottimo rimedio per scordare, almeno momentaneamente, brutti ricordi riaffioriti quella notte. Lasciai cadere l'asciugamano su una delle due sdraio lì accanto, seguito poi dai miei vestiti.
    Mi tuffai immediatamente dopo, immergendo per prima cosa il capo nell'acqua, che più che fresca era gelida, come ci si può aspettare visto che la primavera non si era ancora inoltrata. Ma l'acqua era più che perfetta. Iniziai nuotare, tenendo la testa sotto l'acqua lasciavo uscire le bolle d'aria lentamente dalla mio bocca, che si scontravano con il mio viso prima di raggiungere la superficie. Passai venti minuti dentro e fuori da quella piscina, riuscendo finalmente a rilassarmi.
    Uscii definitivamente dall'acqua, subito mi si formò la pelle d'oca per il gelo che andava a fare atrito con le goccioline d'acqua che scivolavano lungo il mio corpo. Presi l'asciugamano e mi "arrufai" con quello rapidamente i capelli, per poi tastarmi leggermente il corpo.
    Quello che ci voleva ora era una bella doccia, bollente, sarebbe stato il massimo. Rientrai in casa senza rivestirmi, anche perchè oltre al fatto che ero completamente bagnato, era inutile vestirsi per poi risvestirsi poco dopo. Non badai a non bagnare ovunque passasi, anche se volendolo sarebbe stato difficile il contrario. Arrivai alla mia, cioè nostra purtroppo, camera. Cercai di aprirla ma non ci riuscii. Quel piccolo bastardo, mi aveva chiuso fuori.

    - Jaehyun apri la porta. -

    Dissi una volta ancora con un tono contenuto. Magari si era dovuto cambiare e aveva chiuso a chiave in modo che non potesse entrare nessuno, cosa legittima. Anche se qualcosa mi faceva sospettare ben altro.

    - Mi devo cambiare, muoviti e apri. -







     
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    Park Jaehyun
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    Chiusi gli occhi e finalmente riuscii a rilassarmi, non so per quanto tempo rimasi addormentato, fatto sta che improvvisamente sentii qualcuno cercare di aprire la porta e, avendo un sonno troppo leggero, subito mi alzai, stropicciandomi gli occhi. Poi mi ricordai di ciò che avevo fatto: avevo chiuso il leader fuori dalla nostra stanza con così poca chalance.
    Mi vennero i brividi per il freddo, addormentarsi senza le coperte non è proprio una buona idea, ma almeno non ero andato fuori a farmi un bagno come l'idiota che vi era dall'altra parte della stanza. Non potevo lasciare che si ammalasse, ma mi ero anche promesso di non aprirgli nemmeno sotto minacce.
    "Altrimenti che fai?" Gli chiesi, tirandomi su dal letto e facendo qualche passo verso la porta. "Ti apro solo se porti il tuo culo nel letto di sopra." Aggiunsi. Si, lo stavo ricattando. Ma io, la sopra, non ci sarei andato, punto. E poteva benissimo anche dormire per terra, ma non avrei cambiato idea. Una volta accertatomi che non avrebbe fatto scherzi strani una volta dentro, riaprii la porta. In fondo ero troppo buono e gentile, non come lui che era davvero insensibile e senza cuore. Mi comportavo così freddamente con lui solo per ripagarlo del suo atteggiamento da superiore, pf, odioso.
    "E vedi di non ammalarti, non ci tengo a saltare i programmi a causa tua." Borbottai, tornandomene sul letto e iniziando a frugare nel bagaglio per tirare fuori il libro che stavo leggendo. Ok, non avevo molta voglia di leggere, era da ammettere. Ma non volevo nemmeno andarmene dalla stanza in quel momento o, quando sarei tornato, probabilmente il letto sarebbe stato occupato da Geun Wan. E non potevo permettermi di dargliela vinta così. Così, fino a quando non si fosse deciso di sistemarsi di sopra, non mi sarei spostato dalla stanza, a costo di non fare colazione e nemmeno di rinfrescarmi un po' sotto la doccia.






     
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